A circa 20 chilometri di distanza da Catanzaro, un borgo dalle atmosfere davvero suggestive, Squillace. Esso appare dominato dalla collina sulla quale sorge il possente maniero ben conservato, al di sotto di essa si snoda il dedalo di viuzze dell’antico insediamento urbano, impreziosite da antiche chiese, palazzi nobiliari e dalle botteghe dei maestri vasai, che proseguono da millenni l’antica arte appresa dai loro antenati, con grande perizia, meritando la denominazione DOC per le loro creazioni.
Il nome di Squillace, con molta probabilità è legato a quello di Scolacium, la colonia romana fondata, nel 123-122 a.C. sulla costa, a soli 15 chilometri di distanza, nell’area dove in precedenza sorgeva la cittadina greca Skylletion, che sarebbe stata fondata nel VI secolo a.C. da Crotone per contrastare l’egemonia di Locri Epizefiri nell’istmo di Catanzaro e la cui funzione all’inizio sarebbe stata soprattutto quella di presidio militare.
Il suo sviluppo dal punto di vista culturale, urbanistico ed architettonico si ebbe con la creazione della colonia Minervia Scolacium per opera di Gaio Sempronio Gracco, nel 123-122 a.C. e proseguì per alcuni secoli, fino allo scoppio della guerra greco-gotica, nel corso del VI secolo, quando iniziò un periodo di declino che si aggravò con le incursioni saracene, a partire dal 902, al punto che la vita nella colonia romana divenne impossibile e fu necessario abbandonarla.
Fu allora che sulle alture circostanti nacquero altre fondazioni, come l’odierna Squillace, situata su una collina a circa 344 m s.l.m., tra i fiumi Alessi e Ghetterello.
Per il borgo, situato in posizione strategica, non erano finiti i problemi e le incursioni saracene proseguirono ripetutamente finché gli arabi non ne fecero una temibile base militare dall’840 all’855 circa.
La funzione strategica militare di Squillace fu confermata anche con l’arrivo dei normanni che, nel 1044 costruirono anche un castello ed elevarono la cittadina a contea infeudandola a Guglielmo Monfort e in seguito ai Marzano. Sul finire del Quattrocento, con Alfonso II d’Aragona, Squillace divenne principato e fu affidato alla potente casata dei Borgia, fino alla metà del Settecento, quando fu concessa ai De Gregorio di Messina.
Durante il Risorgimento la cittadina fu teatro di un discreto fermento di idee liberali, soprattutto grazie ai generali Florestano e Guglielmo Pepe e a Damiano Assanti.
Oggi il borgo di Squillace mostra le tracce del suo antico passato, affascinando i visitatori con le sue magiche atmosfere.
Tra i luoghi più importanti dal punto di vista storico-architettonico c’è sicuramente il castello normanno, che accoglie il visitatore con il suo possente portale bugnato al centro del quale campeggia lo stemma della famiglia Borgia. Durante il corso dei secoli, il maniero ha subito diversi rimaneggiamenti, è per questo che la sua architettura appare discontinua e non sembra seguire precisi canoni progettuali. Molto suggestive le due torri, una poligonale e una quadrata, che dominano il complesso insieme agli altri resti della possente struttura, nella quale nel Cinquecento, venne tenuto prigioniero Tommaso Campanella in attesa del processo, che venne celebrato proprio nel castello.
Anche la Cattedrale, dedicata a Maria SS. Assunta, è il frutto di un rifacimento successivo. La struttura originale, in stile romanico-normanno, risaliva all’XI secolo, ma fu rasa al suolo dal terremoto del 1783 e poi ricostruita alla fine del secolo.
Non lontano dalla cattedrale, sorgono il Museo Diocesano, custode tra l’altro di pregevoli manufatti in seta e i resti del Monastero di Santa Chiara che,fondato nel XIV secolo, ebbe un ruolo importante nel percorso di crescita della cittadina e della sua diocesi. Oggi si possono ammirare solo i ruderi della struttura con riferimento alla facciata principale, la torre campanaria e i muri perimetrali del primo livello sul lato nord, nord-ovest con gli archi che sostengono il primo ballatoio.
Nel cuore del centro storico, un piccolo “gioiello”: la chiesetta dedicata a S. Maria della Pietà, nota anche come “Chiesetta gotica”. La sua costruzione risale al XIII secolo e può inserirsi in quella serie di interventi voluti dalla dinastia sveva per dare impulso all’urbanizzazione di Squillace. Il piccolo edificio, consacrato a luogo di culto solo nel 1853, è ad aula unica e a pianta quadrangolare. Il suo ingresso principale si apre sul lato est mediante un suggestivo portale a sesto acuto in conci di calcare bianco. Degni di nota sono anche il Palazzo Pepe, oggi sede del Municipio e la cinquecentesca chiesa di San Matteo con la sua facciata in stile tardo-barocco e il portale decorato da due cariatidi a seno nudo ed in alto dallo stemma dell’ordine francescano.
Queste ed altre bellezze storiche ed architettoniche caratterizzano il borgo di Squillace famoso anche per le sue ceramiche e per la grande perizia dei suoi maestri vasai, le cui splendide botteghe ricche di bellissimi manufatti impreziosiscono i vicoletti del centro storico. La loro è un’arte millenaria che affonderebbe le sue radici nella Magna Grecia e nell’arte dei famosi ceramisti di Samo, senza dimenticare i riferimenti all’arte bizantina alla quale sarebbero legate le tecniche di creazione di ceramica ingobbiata e graffita che ancora si realizzano nei laboratori squillacesi.
Proposta Itinerario alla scoperta del borgo di Squillace
- Ritrovo in Piazza Duomo e accoglienza
- Visita alla Concattedrale di Santa Maria Assunta
- Visita alla bottega di uno dei maestri vasai di Squillace
- Visita alla chiesa di Santa Maria della Pietà o “Chiesetta gotica”
- Visita al Castello Normanno
- Degustazione aperitivo di commiato
Angela Rubino
Guida Turistica abilitata
Presidente Associazione CulturAttiva
Cell: 339 6574421
Ph: Salvo Corigliano – Squillace